Nelle storie, nelle vicende personali, si annida sempre il seme delle grandi imprese, delle trasformazioni, del cambiamento.
Il cambiamento era il tema di InspiringPR – il Festival delle Relazioni Pubbliche organizzato da Ferpi (Federazione relazioni pubbliche italiana) il 18 e 19 maggio a Venezia in una location come la Scuola Grande San Giovanni Evangelista, uno di quei luoghi in cui ti sembra di essere fuori dal tempo, dove il flusso della storia è passato e ha lasciato impronte vive.
Che cosa significa davvero cambiare? Qual è il vero cambiamento? Su una cosa siamo d’accordo senza alcun dubbio: cambiare non è facile, anzi, è un’impresa immane perché ogni volta che cambiamo lasciamo qualcosa che – con tutti i problemi e le difficoltà – è per noi sicuro e ci avventuriamo con un minimo bagaglio verso ciò che non conosciamo.
Ho ascoltato le storie degli speaker presenti a Venezia e in ognuno dei loro racconti ho trovato grandi suggerimenti, ispirazioni, visioni di cambiamento. Il mio contributo era incentrato sull’aspetto della consapevolezza della propria storia: come possiamo proiettarci nel futuro senza conoscere a fondo da dove veniamo, quali siano le nostre radici?
Avere cura del vissuto rende onore alla nostra storia
Avere cura del vissuto credo sia un atto che ci permetta di rendere onore alla nostra storia, ad un percorso che comunque, tra gioie e dolori, vittorie e sconfitte, ci ha portato ad essere quelli che siamo. Aver attraversato il dolore, il fallimento e aver appreso la lezione ci rinnova, permette di ritrovare il coraggio di salpare verso nuove mete. Così ogni traguardo raggiunto, ogni coperta ci fortifica e ci sprona a proseguire.
InspiringPR è una grande operazione di salvaguardia della memoria collettiva e individuale. Gli speaker che si alternano raccontando di sé, della loro impresa, dei cambiamenti della società che stanno studiando e monitorando offrono un contributo incredibile a chi può ascoltarli e raccogliere le preziose ispirazioni.
Ad ogni speaker partecipante è stato fatto un dono confezionato da Marisa Convento e vi devo dire che anche la sua storia mi ha affascinato.
Avrei voluto parlare per ore con lei ma l’ho potuta ascoltare solo il tempo di una cena. Lei è un’impiraressa: si tratta di un antico mestiere che ha origine nel ‘700 e consiste nell’infilare le perle di vetro in mazzi di misura stabilita.Erano solo le impiraresse a fare questo lavoro. Impirar in veneziano significa infilzare: si immergono ripetutamente lunghi aghi in un vassoio pieno di perline, dall’ago poi le perle passano nel filo a formare mazzi di lunghezza stabilita. Mi affascinano queste pratiche così antiche eppure così attuali, capaci di estendersi nel tempo.
Sono un patrimonio incredibile le storie, di una potenza inaudita. Ci danno ispirazione per farci comprendere quale sia la strada da prendere.
Scrivete, narrate voi stessi
Quest’esperienza ancora di più mi ha suggerito di continuare ad esortare le persone a scrivere la loro storia perché raccontarla non basta, bisogna salvarla, darle memoria. Scrivendo si aprono stanze chiuse da tempo immemorabile che hanno tanto da dirci, da rivelare, da restituire a noi viandanti, pellegrini. Perché questo siamo, prendiamone atto.
Siamo in continuo mutamento, la vita si evolve quando cambia. Ogni giorno prosegue il nostro viaggio con un bagaglio di vissuto che più sarà compreso più si farà leggero.
Fonte: alessandraperotti.com