Digital communication has no borders

Digital communication has no borders

In questi ultimi dieci anni chi si occupa di comunicazione, e in particolare di quella digitale, lo fa interfacciandosi in un mondo completamente mutato, che non ha confini fisici. Non esiste più un solo “qui e ora” ma tanti; è necessario muoversi verso altre culture, è necessario contaminarsi e crescere.

La nostra platea è divenuta il mondo intero.

Essere un digital stategist è una affascinante fusione di vari ruoli che vanno dal marketing alla sociologia fino all’analisi dei numerica risultati. In questo mondo dove le persone sono al centro, i brand hanno dovuto iniziare a comunicare in maniera paritetica con gli utenti, scoprendosi e imparando a condividere un racconto di marca vero e coinvolgente. Se mi si chiedesse qual è il segreto per avere successo nei social media, direi che bisogna cercare di dare di più di quel che si riceve.

Lavorando con aziende che si occupano di artigianato, di Made in Italy; mi capita che mi chiedano di raccontarli ad un mondo digitale, che è un mondo senza confini. Non si tratta solo di gestire un sito e i social network o un blog, ma utilizzare questi strumenti per creare dialogo: raccontare luoghi non comuni, la storia artigiana, il sostrato culturale; tutto ciò che è poi la caratteristica più amata del Made in Italy. Aziende che nascono e si sviluppano in piccole realtà urbane se in altri tempi erano soddisfatte per il solo fatto di raggiungere una notorietà nazionale, ora puntano a spazi internazionali, anche in altri continenti.

Tradizione e savoir faire non sono confinati.

Grazie ad una rete mondiale tutto si cerca e tutto si conosce. E quella che funziona, appunto è una rete senza confini, di racconti, fondamentale per chi oggi è sempre più desideroso di esperienze (anche da postare sui social) e di entrare in relazione emozionale con i prodotti che acquista, di creare relazioni.

Voglio citare un caso su tutti: un brand nato in Italia e che ad un certo punto è emigrato negli USA. Il trasferimento è stato aiutato molto dai canali social, utilizzati come filoni narrativi “emozionali”. La Digital Brand Experience ha permesso di  raccontare la brand story attraverso la quotidianità newyorkese, la protagonista, i suoi ricordi di un’Italia fatta di luoghi meravigliosi non comuni, artigianato locale e tanta cultura… La comunicazione sui diversi canali digital ha permesso a questa giovane di essere conosciuta; ora ha vinto una borsa di studio dell’Acessory Council di NYC che guida i brand emergenti a crescere il loro business e le competenze.

La comunicazione digitale non ha confini.

Ciò che può averli è il contenuto. Ecco allora che il compito di noi comunicatori è imparare a gestirlo, con competenza, sensibilità e cultura. Ma questo è un altro mondo.

 

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