Fiducia. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del suo discorso di fine anno, ha usato questa parola ben sette volte. E infatti la fiducia è una componente essenziale del capitale sociale. Mattarella ci ha spronati ad «Avere fiducia in noi stessi. Per dar corpo alla speranza di un futuro migliore».
Il Presidente ha ricordato che l’Italia all’estero riscuote fiducia, e ciò deve essere uno sprone ad averne ancora di più nelle capacità del Paese, impegnandoci attivamente nel comune interesse, perché disponiamo di grandi risorse.
L’economista Stefano Zamagni in una intervista al Corriere della Sera si è spinto anche più in là, evidenziando come abbiamo estremo bisogno di riscoprire le nostre virtù civili, «per riallacciare i fili, le corde dei legami sociali che sono state tagliate. Perché o si riallacciano oppure, semplicemente, siamo perduti. Per tanto tempo – ha aggiunto Zamagni – si è pensato che il progresso economico dipendesse soltanto dalla produzione di merci e basta, indipendentemente dal contesto». Ma il contesto, i luoghi, il clima, contano eccome. Per questo è necessario recuperare quella coesione sociale che sembra scomparsa dai radar del nostro Paese e di cui, sottolinea Zamagni, abbiamo estremo bisogno perché «la coesione è formata da corde, e corda era il termine latino per fides, fiducia, senza la quale non c’è società».
Se allarghiamo lo sguardo al di fuori dei nostri confini nazionali il quadro non cambia molto. La fiducia, ormai, è merce rara. Lo conferma drammaticamente anche l’Edelman Trust Barometer 2020. Un sondaggio globale che la storica società di consulenza realizza ogni anno dal 1999 e che è stato presentato pochi giorni fa a Londra. La fiducia della popolazione nelle istituzioni, nei governi, nei media e perfino nelle organizzazioni non governative è crollata ai minimi. «La fiducia oggi è concessa su due attributi distinti: competenza (mantenere le promesse) e comportamento etico (fare la cosa giusta e lavorare per migliorare la società). Non si tratta più solo di ciò che fai, ma anche di come lo fai», ha spiegato Richard Edelman, l’ideatore del Trust Barometer.
I risultati del sondaggio, condotto in 28 Paesi, se da un lato fotografano una popolazione che in maggioranza ha paura di perdere il lavoro, ritiene che in futuro avrà un reddito inferiore a quello attuale e non si fida né dei politici né dei media, dall’altro assegna invece una grande responsabilità alle imprese: la gente è infatti disposta a fidarsi di loro a patto che siano etiche, trasparenti e capaci di comunicare in modo efficace i propri valori.
Per questo il tema della fiducia coinvolge prepotentemente anche noi comunicatori. Lo ha evidenziato anche la presidente di Ferpi Rossella Sobrero: «Nel discorso di fine anno il Presidente della Repubblica ha sottolineato, senza volerlo, il ruolo importante della comunicazione per il futuro del Paese. Nella prima parte del suo intervento Sergio Mattarella ha infatti evidenziato la centralità della reputazione e della fiducia: è quello che diciamo ogni giorno ai nostri clienti ed è quello che affermiamo quando ricordiamo il nostro ruolo come “tessitori sociali”».
La fiducia sarà, non a caso, il tema della settima edizione di InpiringPR, il Festival delle Relazioni Pubbliche organizzato dalla delegazione Ferpi Triveneto e promosso da Ferpi che si terrà a Venezia il 29 e 30 maggio prossimi.
Come ha scritto il decano delle RP italiane Toni Muzi Falconi: «Le Relazioni si muovono alla velocità della Fiducia, mentre le Reputazioni si muovono alla velocità delle Relazioni. Ecco perché un governo efficace dei sistemi di relazione fra e con individui, istituzioni, organizzazioni private, pubbliche e sociali assume una importanza vitale per lo sviluppo del capitale sociale».