Conosciamo gli speaker di InspiringPR: Bruno Mastroianni risponde ad alcune domande del Digital Team, un gruppo di giovani professionisti e studenti UniFerpi che gestiscono i social media di InspiringPR.
Che cos’è l’ispirazione?
L’ispirazione è un momento di verità. Sì proprio di verità. E’ quando una persona riesce a mettersi veramente di fronte a se stessa, alle sue convinzioni e alle sue capacità più vere, senza trucchi, senza distrazioni. E’ lì che trova il desiderio di trasmettere agli altri qualcosa, che poi è la spinta creativa. Impossibile da avere se si è pieni di orpelli e sovrastrutture. E non è un momento puramente individuale: mettersi di fronte a se stessi è sempre guardarsi attraverso gli occhi di qualcun altro e rispondere alle sue richieste, ai suoi bisogni. Per questo oggi c’è poca ispirazione: perché spesso manca autenticità nei rapporti. Chi pensa solo a se stesso non è mai molto ispirato. L’ispirazione è profondamente legata alla capacità di amare e di essere amati.
Sappiamo che quello dell’ispirazione è un concetto complicato da descrivere e spesso è proprio la dimensione individuale a definirlo. La si può spiegare in modi diversi e diverse sono le fonti da cui la si può trarre. Facciamo un gioco. Scegli almeno 3 oggetti tra i seguenti da cui trai quotidianamente ispirazione o che in passato ne sono stati la fonte…
Il libro: perché genera pensiero e interpella la mente.
L’immagine: perché genera sentimenti e interpella il cuore.
Il ricordo: perché genera aspirazioni sul futuro e interpella l’azione.
Tutti e tre non sono momenti individuali ma relazionali: il libro è sempre qualcuno che scrive per un lettore; un’immagine è sempre qualcuno che mostra a un osservatore; il ricordo è sempre traccia di una vita che ha incontrato un’altra vita. L’ispirazione è relazione. Ha a che fare col soggetto ma è sempre un movimento verso l’altro (infatti sfocia nel creare qualcosa) ma è anche un tornare dall’altro verso di sé: l’ispirazione è molto spesso ciò che impariamo da chi ci sta attorno.
In un’epoca in cui si parla sempre più di comunicazione digitale, in cui la componente umana viene meno, quale importanza ricopre il dialogo nella tua professione?
Il dialogo non ricopre un ruolo, il dialogo è la mia professione. E’ proprio lo scenario digitale a richiederlo: più la tecnologia diventa abilitante, più emerge il fattore umano. Questioni che fino a qualche decennio fa si potevano gestire tra professionisti (giornalisti e comunicatori) oggi riguardando tutti gli esseri umani in ogni momento. La componente umana è al centro dello scenario digitale con le sue luci e le sue ombre. Per questo i comunicatori hanno una responsabilità gigante: chi ispirerà al dialogo le grandi masse coinvolte nella gigantesca conversazione globale online se non chi segue una modalità di comunicazione dialogante per professione e per passione?